Marianna Cespa, ricercatrice presso l’Università di Hokkaido e insegnante di italiano presso la Otani University, socia del R.C. Sapporo Konan
Il mio incontro con il Rotary è avvenuto circa 2 anni fa, quando decisi di fare domanda per la borsa di studio “Yoneyama”, una delle borse di studio più ambite dagli studenti internazionali qui in Giappone. Che cos’è la borsa di studio “Yoneyama”? E’ una borsa di studio della durata di un anno (due anni in casi particolari) che il Rotary elargisce agli studenti stranieri che frequentano i corsi di Master o Dottorato. E’ una delle più ambite, e proprio per questo una delle più difficili da ottenere. Nel mio caso anche la nazionalità ha giocato un ruolo importante, dato che nessun italiano aveva mai ottenuto questa borsa di studio, quindi la commissione esaminatrice ha provato subito interesse nei miei confronti. E’ da dire che c’è una selezione molto dura fin dall’inizio, dato che è possibile fare domanda solo se si è stati scelti come candidati dalla propria università. Inutile dire che dipende tutto dai risultati ottenuti nell’ambito della ricerca, cioè dal numero di convegni, dal numero di articoli pubblicati etc. Quindi, il fatto di poter anche solo essere nella rosa dei candidati, è di per sé un bel riconoscimento personale. Io sono grata al Rotary perché la sua è una delle poche borse di studio basate esclusivamente sulla meritocrazia, senza limiti di nazionalità o possibilità di raccomandazioni interne.
Durante l’anno, come borsista ho dovuto partecipare non solo alle riunioni almeno una volta al mese, ma anche ai vari eventi organizzati dal club ospitante, e a dire il vero all’inizio non è stato molto facile perché non conoscevo nessuno, ma sia il mio tutor (ogni borsista ha un tutor) sia gli altri membri del club mi hanno fatta sentire a mio agio e andare alle riunioni è poi diventato per me un divertimento, non più un dovere. Grazie a questa esperienza ho potuto conoscere molta gente, far conoscere e promuovere la mia cultura, e ho avuto la possibilità anche di andare in giro per l’isola di Hokkaido per presenziare ai festival internazionali rivolti ai bambini delle scuole elementari ed ai ragazzi delle scuole medie e superiori. Ci sono eventi a cui i borsisti “devono” partecipare ed eventi a cui invece “dovrebbero” partecipare, e nel secondo caso molti borsisti declinano l’invito. Io no, io ho partecipato a qualsiasi evento mi sia stato proposto, anche se ero occupata con la tesi o anche se le scadenze incombevano, e l’ho fatto perché volevo dimostrare la mia riconoscenza alle persone che mi avevano scelta come borsista. Vivo in Giappone da 6 anni, sono venuta all’inizio grazie ad un programma di scambio tra la Sapporo University e l’Università per Stranieri di Perugia, dove ho studiato Comunicazione Internazionale. Al termine di questo programma ho deciso di entrare all’Hokkaido University per frequentare il corso di Master, e infine anche il corso di Dottorato, concluso nel marzo di quest’anno. Durante questi anni ho dovuto lavorare per mantenermi, ho dovuto dividere la mia vita tra studio e lavoro. La mia giornata tipica era la seguente: sveglia alle 7, arrivo all’università prima delle 9, studio fino alle 16 circa e poi a lavoro come insegnante di italiano in alcuni centri culturali. E poi dopo il lavoro di nuovo all’università fino a mezzanotte, rientro a casa con l’ultima corsa della metro o a piedi. Le università qui sono diverse, sono aperte 24 ore su 24 e gli studenti del dottorato hanno diritto ad una scrivania, ad una libreria e alla connessione internet. Il fatto di avere mensilmente dei soldi garantiti durante l’ultimo anno di dottorato era per me un grandissimo aiuto e per questo avevo deciso che il modo migliore per far vedere la mia gratitudine era fare quello che i membri del Rotary mi chiedevano, cioè “Kouryuu”, che in giapponese significa “scambio”. Questa parola ha un significato abbastanza profondo e sta ad indicare non solo lo scambio di idee o l’interazione tra culture diverse, ma anche la comprensione e il conseguente rispetto verso una cultura diversa. Per i giapponesi il rispetto è molto importante, e i membri del mio club mi chiedevano la partecipazione alla vita rotariana proprio come segno di rispetto, ed è quello che ho cercato di fare.
Cosa significa partecipare alla vita rotariana qui in Giappone? Posso riassumere il tutto in poche parole: avere l’agenda piena di impegni! Innanzitutto, ogni mese c’è qualche evento organizzato ed è buona norma parteciparvi. All’inizio vedevo tutto ciò come una costrizione, come un qualcosa che i membri erano costretti a fare pur non volendo, e non mi sembrava giusto. Poi però mi sono resa conto che loro invece volevano farlo, volevano dare il loro contributo anche se ciò comportava fare dei sacrifici. E da lì ho cominciato anch’io a vedere il tutto con occhi diversi, provando rispetto verso la loro dedizione, verso il loro senso di collaborazione. Quando parlo di eventi non mi riferisco a cene o a feste, ma mi riferisco a eventi utili socialmente e soprattutto a livello locale. Io sono del parere che per migliorare la società sia necessario cominciare da ciò che ci circonda, cioè sia necessario fare qualcosa per migliorare prima di tutto l’ambiente intorno a noi. E il Rotary Club di cui sono un membro si impegna molto in ciò. La settimana scorsa abbiamo organizzato un concorso di poesia per bambini, dalla scuola materna alla scuola media. Era un concorso in cui si chiedeva loro non di scrivere, ma di recitare poesie o racconti che parlassero dell’umanità, dei rapporti interpersonali e del ruolo degli uomini all’interno della società. Potevano partecipare individualmente, in gruppo o con un famigliare. Mi sono commossa quando ho visto una bambina con un handicap recitare con la madre inginocchiata davanti a lei, che la aiutava a non perdere il filo del discorso. E mi sono commossa anche quando una coppia di sorelline è salita sul palco e la minore incoraggiava affettuosamente la maggiore che per l’emozione si era bloccata, non riusciva più a parlare.
Alcuni mesi fa c’è stato anche un altro evento che è ormai diventato un appuntamento annuale per i cittadini di Sapporo. Questo evento si chiama “Nandemo soudankai” e letteralmente significa “incontro per parlare di qualsiasi tipo di problema”. Tra i soci ci sono molti medici, avvocati, esperti di contabilità, agenti immobiliari etc, che per una giornata intera rispondono a tutte le domande/curiosità delle persone che normalmente non possono permettersi di pagare un consulto. Nell’ultima edizione ci hanno chiesto un consulto più di 50 persone, ma ho sentito che negli anni passati si sono raggiunti anche numeri più importanti.
Infine vorrei presentarvi l’evento di questo mese che avrà luogo questa domenica. Si tratta di andare a festeggiare il Natale in un istituto che ospita bambini e ragazzi che non hanno genitori o che per qualche motivo non possono vivere con loro. Giocheremo con loro, prepareremo la merenda e la cena con loro, mangeremo con loro, ci scambieremo i regali e chiacchiereremo a lungo. Spero che riusciremo a regalare un pomeriggio diverso degno di essere ricordato e tramandato ai loro figli.
Come avete potuto capire, sto parlando al presente nonostante non sia più borsista e dovrei quindi parlare al passato, ma non lo sto facendo. Come già accennato, il periodo da borsista era limitato ad un anno e trascorso questo anno avrei dovuto salutare tutti, ma non è stato così. Non è stato così perché mi hanno chiesto di entrare nel club “satellite” che stavano formando, un club formato da pochi membri giovani. Ci sono anche altri due stranieri, un cinese e una coreana, entrambi ex-borsisti come me. Ed è così che da borsista sono diventata una rotariana a tutti gli effetti. Anch’io, quindi, ora partecipo alle riunioni una volta alla settimana e ovviamente anche agli altri eventi sponsorizzati dal Rotary (oltre a quelli già menzionati, festival internazionali, raccolta della spazzatura lungo il fiume etc). Non conosco bene il sistema delle presenze nei RC italiani, ma qui si deve fare il 100% di presenze, quindi se non si può partecipare ad una riunione settimanale è necessario partecipare alla riunione di un altro club nell’arco delle due settimane che precedono o seguono la data della riunione da recuperare. Ed è anche questo il motivo per cui ho avuto la fortuna di conoscere il Rotary eClub 2050. A parte la partecipazione alle riunioni di altri club presenti nella città di Sapporo, sono spesso ospite di altri club lontani dalla città e durante queste visite devo sempre fare un discorso. Mi chiedono di parlare dell’Italia, di quello che penso del Giappone, del perché ho deciso di studiare a Sapporo e non a Tokyo, oppure della mia vita da straniera in Giappone in generale. Insomma, mi chiedono di fare “kouryuu” e io non ho ancora trovato motivi validi per rifiutare, neanche uno.