Pietro Gonnella, preside emerito di liceo, P.P. e socio del R.C. Putignano (Distretto 2120).
Marzo è il mese che il Rotary International dedica ad un’importante sua missione: l’alfabetizzazione nel mondo. Non solo dunque, lotta alla fame, alla povertà; lotta per la salute e per l’acqua per tutti, ma anche lotta all’ignoranza, anche come mezzo per il raggiungimento della pace nel mondo, altra mission del nostro Rotary. Secondo l’UNESCO, una persona è alfabetizzata quando essa abbia acquisito le conoscenze e le competenze essenziali che gli consentano di impegnarsi in tutte le attività in cui si richiede di saper leggere e scrivere, così da poter operare nel suo gruppo e nella sua comunità. L’acquisizione di tali conoscenze e competenze deve permettere agli individui di continuare ad usare tali abilità a proprio vantaggio ed a favore dello sviluppo della comunità stessa. L’obiettivo è quello di porre le persone al centro del loro habitat dotandoli di “abilità produttive” che consentano loro di partecipare attivamente alla vita della comunità, al fine di promuoverne la crescita economica. Approccio funzionale dunque, dell’alfabetizzazione, come strumento atto a legare l’esercizio della lettura e della scrittura alla preparazione al lavoro, alla formazione professionale e, quindi, all’accrescimento della produttività professionale di una società. Dico di più: l’alfabetizzazione non deve essere solo il risultato dell’istruzione o come un’acquisizione limitata in un determinato periodo della propria vita, quanto invece come un processo continuo ed evolutivo che capitalizza sia gli apprendimenti realizzati durante il corso della vita, sia le esperienze derivate dalla partecipazione alla vita di determinati gruppi e realtà sociali. Un rapporto delle Nazioni Unite del 2008 elabora una mappa mondiale del tasso di alfabetizzazione: rileviamo con sorpresa (per noi) che al primo posto c’è la Georgia, il Paese che ci fornisce un’infinità preziosa di “badanti” per i nostri cari anziani; quindi, a seguire, Cuba, l’isola castrista antiamericana; una serie di stati dall’ex influenza russa come l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Bielorussia, l’Ucraina, l’Armenia, il Kazakistan, l’Azerbaigian, il Turkmenistan, la stessa Russia e quindi, Polonia, Ungheria, Slovenia, Moldavia… tutte prima di Italia, Germania, Francia, Regno Unito e di tutti gli stati europei, degli stati Uniti, del Canada e dell’Australia e delle tanto decantate regioni scandinave. Questo perché nel Novecento sono state promosse grandi campagne di alfabetizzazione; dapprima attraverso la società delle Nazioni, poi, dopo la seconda guerra mondiale, grazie all’ONU che, attraverso l’UNESCO, ha realizzato specifici interventi mirati, con grandi finanziamenti. Tuttavia gran parte di questi progetti si è conclusa con un fallimento, per colpa dell’indifferenza o dell’inerzia dei regimi politici. Risultati migliori si sono avuti quando le condizioni politiche hanno consentito la partecipazione attiva delle popolazioni interessate. Molto efficaci sono stati i risultati ottenuti in presenza di forti motivazioni di carattere sociale ed ideologico. È il caso di Cuba negli anni sessanta, dopo la rivoluzione di Fidel Castro. È il caso delle grandi campagne di alfabetizzazione intraprese dai governi comunisti dell’Unione Sovietica. tali campagne di lotta all’ignoranza hanno portato sviluppo e pace a quelle popolazioni, misurabile soprattutto considerando la posizione di partenza. Grande è dunque il rapporto tra alfabetizzazione e Pace. Questo rapporto ha una rilevanza enorme nel nostro tempo turbolento. I Paesi che presentano un quadro di violenza, sono quelli dai più bassi tassi di alfabetizzazione nel mondo. È il caso di molti stati, soprattutto centro-africani che, secondo il rapporto sopra citato, sono agli ultimi posti della speciale graduatoria: Mali, Niger, Burkina Faso, Guinea, Ciad, Etiopia, Sierra Leone, Benin, Senegal, Gambia, Mozambico, Repubblica Centroafricana, Costa d’Avorio… È anche vero che le situazioni conflittuali sono uno dei principali ostacoli al raggiungimento dell’istruzione. Alcuni organismi umanitari mondiali da tempo svolgono attive operazioni di promozione culturale in tante piaghe di sottosviluppo: l’ONU soprattutto, attraverso l’UNESCO ed il nostro Rotary. Tanti i progetti internazionali messi in atto, considerevoli le somme di denaro raccolte e messe a disposizione: da oltre quaranta anni l’UNESCO celebra la “Giornata internazionale dell’alfabetizzazione”; anche il Rotary dedica ogni anno il mese di marzo per lo stesso fine. Queste celebrazioni vogliono ricordare alla comunità internazionale che l’alfabetizzazione è un diritto umano ed il fondamento di ogni apprendimento, uno strumento di accrescimento personale ed un mezzo di sviluppo sociale ed umano. Le offerte formative, infatti, dipendono dall’alfabetizzazione. Essa è al centro dell’istruzione di base per tutti ed è essenziale per eliminare la povertà, per ridurre la mortalità infantile, per arginare la crescita demografica, per il raggiungimento della parità di genere e per garantire lo sviluppo sostenibile, la pace e la democrazia. Un’istruzione di base di buona qualità dà a tutti le conoscenze che servono per la vita e per l’ulteriore apprendimento, come ho sostenuto in apertura. I genitori alfabetizzati sono più propensi a mandare i figli a scuola; le persone istruite sono più in grado di accedere alle continue opportunità formative e le società alfabetizzate sono più orientate a soddisfare le richieste pressanti di sviluppo. Se tutto quanto appena affermato è vero, noi ed il Rotary, con la propria opera, non dobbiamo permettere che i conflitti tolgano ai bambini ed anche agli adulti l’opportunità decisiva dell’alfabetizzazione. Essa trasforma la vita delle persone, permettendo loro di fare scelte informate e rendendo gli individui più forti e capaci di diventare essi stessi agenti del cambiamento. Una pace duratura dipende dallo sviluppo di una cittadinanza alfabetizzata e dall’accesso all’istruzione per tutti. tra sconvolgimenti politici ed escalation di violenza in molte parti del mondo, l’alfabetizzazione deve essere una priorità nella costruzione della pace nell’agenda politica di tute le nazioni. L’alfabetizzazione è anche un acceleratore di sviluppo che consente alle società di crescere in modo più inclusivo e sostenibile. I programmi di alfabetizzazione del Rotary dunque, possono diventare una componente chiave delle strategie di sviluppo future ed aprire nuove opportunità e competenze alle popolazioni interessate. Molti progressi sono stati compiuti in questi ultimi anni, ma grandi sfide restano ancora dinanzi a noi. Queste sfide devono essere vinte con il nostro grande impegno e con la nostra grande volontà rotariana, come fatto già in altri campi, per esempio in quello della eradicazione della polio. L’Unesco stima che la popolazione adulta analfabeta globale ammonti a 775 milioni di persone, mentre ci sono ancora 122 milioni di giovani analfabeti in tutto il mondo, soprattutto in Africa e nella regione indiana. Le donne e le ragazze rappresentano quasi due terzi degli adulti e dei giovani analfabeti. se non si recupera tale situazione, noi perdiamo un grande potenziale. Si può e si deve però porre fine a questo ciclo di esclusione. tutti abbiamo un interesse comune a garantire che il mondo diventi più alfabetizzato. Esempi viventi del ruolo centrale dell’alfabetizzazione nella promozione dei diritti umani sono la parità tra i sessi, la risoluzione dei conflitti e la multiculturalità. Il Rotary dunque rafforzi le partnership che possano accelerare l’offerta di alfabetizzazione di qualità. Perché essa diventi un vero strumento di crescita è necessario che nei programmi rotariani siano incorporati anche i valori della pace, dei diritti umani e dei valori civici. Solo così tali programmi potranno essere forieri di pace e di sviluppo. Cerchiamo dunque, rotariani di ogni latitudine, di far si che questo accada, insieme e nel modo più rapido.