Gianni Jandolo, consulente aziendale, Governatore 2006-2007 del Distretto RI 2050, responsabile 2014-2015 per la Fondazione Rotary per le zone R.I. 12, 13 e 19, socio del R.C. Adda Lodigiano (Distretto 2050).
In questo momento ho in mano è uno dei 60 milioni di telefoni “intelligenti”, cioè per fare di tutto e di più. E forse anche nulla o solo telefonare se non ci fossero elementi preziosi che ne fanno un oggetto importante. Questi elementi sono le “apps” cioè le applicazioni che rendono possibili miriadi di operazioni diverse e rendono quell’apparecchio in qualche misura unico e sicuramente sintonizzato con le nostre abitudini, con i nostri tic, con nostri modelli di acquisto e di pagamento, con la nostra sensibilità musicale, con i giochi preferiti da alcuni, con vere o presunte necessità di essere e rimanere in contatto (e per far questo, paradossalmente, ci isoliamo da quanti ci sono intorno per avvicinarci a quelli che sono invece lontani) o di sapere dove sia un nostro amico, o di scambiare messaggi in un linguaggio che anch’esso cambia e diventa essenziale, scarno, focalizzato sull’azione, sul fatto.
Ecco, in questo panorama, vale forse la pena di pensare che le “apps” del Rotary siamo noi, siamo cioè quelli che possono migliorare la qualità della vita delle comunità alle quali rivolgiamo la nostra attenzione, se ad esempio, invece di contrastarla nei fatti, scegliamo di servirci della tecnologia , se optiamo per essa come strumento più efficace, più efficiente, per agire, meno per dissertare, per intrattenere, per “consumare”. Questa mattina abbiamo sentito dalle relazioni le grandi potenzialità che la tecnologia ci offre ed io mi sono chiesto come il Rotary si relazioni con la tecnologia e mi sono chiesto come il Rotary usi la tecnologia per funzionare meglio, per comunicare meglio dentro e fuori dell’organizzazione e come l’associazione contribuisca a diffondere la conoscenza e l’utilizzo della tecnologia per una società migliore? E tutto questo senza perdere il valore della relazionalità, della socialità, una tecnologia quindi al “servizio”, non sostituiva, delle relazioni che sono il pilastro di una organizzazione come la nostra, una tecnologia che si proponga come un’altra possibile strategia, che si usi diventandone più padroni, per poter giocare meglio qualunque opportunità. Siamo passati da un Rotary in cui pochi comunicavano e molti ascoltavano lo stesso messaggio ad un’organizzazione in cui molti comunicano con tanti che iniziano a scegliere quale tipo di informazione ricevere, con che frequenza, a quali condizioni. Una gran mole di informazioni in cui districarsi e in cui operare delle scelte senza disconnettersi da una rete virtuale che può, io credo “debba”, integrarsi con quella reale. Credo si possa essere tutti d’accordo che noi esistiamo solo se e in quanto ci mettiamo in relazione con gli altri. Possiamo farlo in molti modi, ma difficilmente abbiamo successo se non ci poniamo l’obbiettivo di fare un passo in più, di essere un poco più competenti di ieri, un poco più preparati di ieri, perché essere Rotariani permette di pensare e sognare in grande e questo merita bene uno sforzo in più. Guardiamo con vero interesse a quanta strada sia stata fatta nel Rotary nell’utilizzo della tecnologia a tutti i livelli e nella sua integrazione nelle operazioni: pensiamo ad esempio al Sito web internazionale: molte le lingue disponibili, ad oggi più di 188.000 documenti disponibili e ricercabili, una completa e straordinaria messe di informazioni per ogni palato, per ogni curiosità, per ogni desiderio di apprendimento e per rendere disponibili risposte agli interrogativi su chi sia, cosa faccia l’associazione, su quali siano i suoi obiettivi, i suoi partner, le sue strategie operative, le donne e gli uomini che la compongono. Pensiamo alle reti sociali, Facebook, Twitter e Linkedinad esempio, inserite ormai appieno nella realtà rotariana. Pensiamo all’apprendimento via web con le sessioni di eLearning, ai “webinar” cioè seminari in‐linea assai frequenti non solo nel mondo della comunicazione, dell’immagine e della Fondazione Rotary. Pensiamo agli eClub, formula nuova e intrigante per dare vita a speranze ed a sogni possibili anche per chi vive in Paesi dalle grandi estensioni dove l’aggregazione è resa difficile dalle distanze o per uomini e donne trovano un nuovo modo di contribuire alla grande causa del Rotary.
Pensiamo alla facilità con cui si possono oggi versare contributi alla Fondazione via web, via SMS, via home banking. Pensiamo a come sviluppare la nostra rete di relazioni facendo conoscere le nostre opinioni, ospitando quelle di altri che si aggregano a noi nelle centinaia di Blog Rotariani che nascono ogni giorno. Una tecnologia al servizio dell’organizzazione che permette di trovare nuove vie con le quali comunicare, condividere, conoscere, capire e sviluppare l’azione Rotariana. Pensiamo a Skype, strumento che consente di realizzare riunioni a distanza e aggiunge tra l’altro il vantaggio del contatto visivo tra due o più persone.
Pensiamo a Rotary Showcase: ogni giorno, i Rotariani provvedono a migliorare la vita delle comunità di tutto il mondo attraverso migliaia di progetti umanitari. Ora si può, dal 5 di maggio scorso, navigare tra i progetti per scoprire le opere che i Rotary club stanno svolgendo a livello locale e internazionale. Si può aggiungere il proprio nome ad un progetto esistente oppure condividere il proprio progetto con la comunità del Rotary e con gli amici su Facebook.
Non è inoltre da dimenticare che la nostra associazione ha ”virtualizzato” il 90% della propria infrastruttura informatica gestendo una crescita dei dati del 400%, riducendo del 25% i tempi di “system management” e migliorando di ben 32 volte i tempi di backup. Va anche ricordato lo sforzo straordinario che l’associazione ha posto in essere per trasformare e standardizzare il proprio ambiente informatico, specialmente per quanto riguarda le sue tecnologie di archiviazione, di protezione/replicazione e recupero dei dati. Per quelli di voi che hanno una qualche dimestichezza con la terminologia informatica citerò alcuni delle applicazioni critiche per oramai per la missione dell’organizzazione e cioè Microsoft Exchange, Sql Server, SharePoint, Oracle PeopleSoft, Sap business intelligence ed il sistema di Crm Avectra net Forum. Insieme con tecnologie di networking e Unified Computing System di Cisco. Quanto ai benefici derivanti dalla virtualizzazione degli asset, Rotary può esibire cifre alquanto significative: riduzione del 25% il tempo dedicato giornalmente alla gestione dei sistemi e miglioramento di 32 volte dei tempi di backup eliminando il nastro e ridotte le finestre necessarie per processi completi di backup da 72 e 2 ore. Dopo la trasformazione della propria infrastruttura IT, Rotary ha inoltre ridotto sensibilmente il tempo necessario alla realizzazione di nuovi progetti per i clienti interni, da giorni a ore.
Ma pensiamo anche alle applicazioni nate nel mondo Androided Apple: il Rotary Club Locator,ad esempio, per farci guidare nella ricerca del Club Rotary più vicino a noi in quel momento e dei suoi contatti, con la specifica del luogo e dell’ora dell’incontro. Alle applicazioni che si integrano con la gestione elettronica del nostro Club e permettono sempre in via elettronica di firmare la ruota, magari solo avvicinando il nostro onnipresente telefonino. Come importante è l’accesso via smartphonealle reti sociali dove condividere informazioni, commenti, veloci scambi di opinione, un posto dove costruire relazioni virtuali e non che favoriscano l’aggregazione non esclusiva di Rotariani, aumentando la platea di chi all’esterno dell’associazione possa contribuire al successo delle nostre iniziative. La tecnologia ci consente oggi di spedire via mail, delle newsletter mirate a gruppi possiamo chiamarli “di ascolto” focalizzati su un tema specifico. Ma la tecnologia consente anche fare le proprie ricerche, di fare le proprie domande e di mettere a disposizione degli altri piccoli documenti che accorcino ad esempio le distanze all’interno dell’organizzazione.
Tecnologia sempre più a portata di tutti, sempre più liberi di optare delle scelte.
Il Rotary non può solo “convivere” con le nuove tecnologie, ma deve vivere e progredire usando lo strumento delle tecnologie. Il Rotary può impegnarsi ad imparare le nuove tecnologie certo, ma si impegna anche ad avvicinare strategicamente le giovani generazioni utilizzando strumenti nuovi e nuovi linguaggi non solo verbali. Il rinnovamento dell’immagine dell’associazione è in questo senso cruciale. Un vasto progetto di acculturamento che il Rotary attua per permettere a molti più Rotariani di fare meglio e più efficacemente “del bene nel mondo”, ma anche quello all’interno, di informare, di capire, di seguire l’andamento dei progetti, senza dimenticare che elettronicamente possiamo fare molto, quasi tutto, ma non bere un caffè insieme, non stringerci la mano, non incontrarci personalmente, fatto questo che permette di ampliare le opportunità. Perché aver obiettivi comuni non basta, abbiamo ancora necessità di contatto fisco, di vederci “di persona” e l’amicizia attraverso Facebook non sostituisce il grande valore dell’incontro personale e non è comparabile al buon cameratismo di cui parla il Rotary. Ognuno di noi ha una sua storia rotariana da raccontare, un’emozione non solo individuale da condividere, una vicenda che ha colpito, che ha contribuito a rendere speciale un certo giorno. Ognuno di noi può con la testimonianza dell’azione a favore della comunità, continuare a dare senso a quelle emozioni, a quelle storie, a quelle vicende e può muovere nuove forze per arricchire di energie positive questo nostro movimento, questa nostra associazione. Relativamente alla tecnologia, la sfida che vedo, implica rischi ed opportunità: se non comprendiamo questa evoluzione e non ci accodiamo ad essa, rischiamo di allontanarci dalla nuova realtà, se invece riusciamo, possiamo far sì che il Rotary sia attuale e sia ponte tra diverse generazioni, tra diversi valori, tra noi ed il mondo. Un milione e duecentomila Rotariani possono ancora scegliere da che parte stare, quale tipo di Rotary costruire e mantenere, e, utilizzando la tecnologia, possono rendere più spedita e possibile la realizzazione di sogni e speranze, valori oggi poco presenti nella società, e possonodavvero dare un contributo ancora più rilevante al miglioramento della qualità della vita delle comunità oltre a dare a sé stessi delle nuove ragioni di soddisfazione e di ben‐essere morale.