Giancarlo Calise, ingegnere, Governatore 2007- 2008 del Distretto RI 2100, socio del R.C. Avellino (Distretto 2100).
Sono trascorsi poco più di cento anni da quando il Rotary fu fondato e mentre i suoi ideali ed i suoi principi sono ancora ben attuali, la società in cui esso opera ha subito variazioni tanto profonde da trovare molti di noi incapaci non tanto di adattamento, quanto di interpretarne tempestivamente i segnali e trarne i conseguenti nuovi indirizzi. Nuove strategie e nuove idee che interpretino l’evoluzione sempre più rapida ed apparentemente incontrollabile; ciò è quanto dobbiamo attenderci, o meglio sarebbe dire dobbiamo pretendere, dalle nuove generazioni.
E’ a loro che affidiamo il compito di fare quanto non abbiamo saputo o voluto fare e di correggere quanto abbiamo fatto in modo inadatto, incompleto o sbagliato. Essere giovani tuttavia non è di per sé né un merito né un valore; è solo una transitoria ed occasionale circostanza anagrafica (giovani eravamo noi qualche decennio fa, non più giovani saranno loro tra qualche decennio). Essere giovani rappresenta piuttosto una responsabilità alla quale essi devono giungere preparati e consapevoli, ed anche il Rotary vi può contribuire.
L’attenzione del Rotary International verso le nuove generazioni ha inizio in epoche ormai lontane; addirittura una cinquantina di anni or sono con la costituzione dei club Interact prima e Rotaract poco dopo e poi ancora con le tante iniziative ad essi dedicate. All’origine non vi erano affatto intenti di proselitismo, bensì la illuminata volontà di contribuire a formare una società migliore con le nuove leve educate a corretti principi morali e sinceramente predisposte all’amicizia, alla reciproca comprensione ed alla solidarietà. Negli ultimi tempi questa attenzione si è sempre più intensificata fino a divenire uno dei primi impegni del Rotary, fino a costituire la sua quinta via di azione.
Non possiamo ignorare che ciò è dovuto anche al grande ed inespresso potenziale che i giovani rappresentano per la nostra associazione, sempre più alla ricerca di nuovi soci che portino con sé nuove energie, nuove idee e soprattutto nuovo entusiasmo e convinta partecipazione. La presenza alle riunioni di club o distrettuali non aumenterà infatti per il richiamo al regolamento, ma sarà maggiore e più assidua se ognuno di noi proverà il piacere di esserci, il piacere di “dimostrare di esserci”.
L’ingresso di giovani, spesso ex rotaractiani, avviene con sempre maggiore frequenza nei nostri club e sono convito che ciò sia elemento positivo e costruttivo, anche se la sola età non può essere considerato un requisito sufficiente per la loro ammissione. La loro integrazione con il gruppo di soci più adulti, sovente molto più adulti, non è scontata ed il dialogo tra diverse generazioni, mai facile, è ora anche più difficile tra chi è nato in una realtà meccanica e fisica e chi in una elettronica e virtuale.
E’ suggestivo affermare che noi non siamo il loro passato e loro non sono il nostro futuro, bensì due parti del medesimo presente. Ma poi non sempre siamo pronti ad agire con comportamenti coerenti con questa affermazione. È suggestivo affermare che se ci scambiamo una moneta da un euro, dopo lo scambio ciascuno di noi avrà pur sempre una moneta, mentre invece, se ci scambiamo un’idea, dopo lo scambio ognuno di noi avrà due idee. Ma solo se avrà saputo ascoltare e far propria l’idea dell’altro.
In una società “disperata” come è quella in cui i cittadini iniziano a pensare che non valga la pena di vivere ed agire correttamente ed in cui i comportamenti sono sempre maggiormente improntatati ad arrogante egoismo ed opportunismo non sempre lecito, occorrono soprattutto buoni esempi.
Anche se purtroppo non sempre ciò accade, a noi rotariani il compito di proporli, ai nostri giovani di imitarli e diffonderli.